L'eremo di Gioacchino da Fiore era situato a Marzi?

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01/01/2010

Marzi – E’ possibile che la località di Pietralata, un sito che si trova a poco più di un chilometro a sud del centro abitato di Marzi, sia la “ Petraolei” ( pietra dell’olio) così  battezzata Gioacchino da Fiore( Celico, ca. 1130-pietrafitta, 1202), che, nella seconda metàdegli anni ottanta del XII secolo, l’avrebbe eletta a suo eremo? Si, è molto probabile. La risposta incrociata l’assenso di diversi studiosi ed esperti. Sul posto,nei giorni scorsi, su invito del sindaco di Marzi, l’Architetto Rodolfo Aiello, si sono recati uno dei massimi esperti della materia, l’architetto Pasquale Petrone, della Sopraintendenza ai Beni Culturali di Cosenza, e un altro studioso della biografia dell’abate, Riccardo Succurro, presidente del centro Studi Gioachimiti di san Giovanni in Fiore.

Il Sopralluogo

Il sindaco Aiello aveva fatto ripulire da cima a fondo l’intera area, che si trova in aperta campagna, in un posto segnato dalla confluenza di due corsi d’acqua il torrente Lara e il ruscello Repupa.    L’operazione di bonifica era valsa a riportare alla luce preziosi indizi, come un sentiero delimitato da pietrame sovrapposto secondo modalità risalenti al Medioevo, un’angusta grotta, due enormi massi che sembrano levigati e, come ha poi affermato il sindaco, “sono estranei alla natura dei luoghi: paiono calati chissà da dove”. Ma l’architetto Petrone, ha scoperto sull’altura dove domina il pianoro, un foro realizzato evidentemente a mano, dove l’eremita avrebbe potuto collocare la Croce  dinanzi alla quale si sarebbe raccolto in preghiera. “Potrebbe essere questa la prova decisiva”, ha esclamato l’architetto della Sopraintendenza, “ma non basta a suffragare l’ipotesi. Più tosto è condizione sufficiente per promuovere più approfondite ricerche storiche e sottoporle ad ogni indispensabile verifica. L’ipotesi fin qui formulata rinviene indizi apprezzabili”. Dieci anni prima, intorno al 1177, Gioacchino da Fiore fu eletto abate del monastero da Corazzo, di cui sono visibili i resti sulla strada provinciale di Bianchi, nei territori di Castagna e Carlopoli.Gli indiziLa prossimità con Pietralata sul percorso di risalita del fiume Savuto che conta molti affluenti rende la congettura ancora più verosimile.   Di Marzi, per di più, era la famiglia Oliveti, aristocratico e munifico casato, che garantiva all’abate protezione e sostegno. Non è da escludere che gli Oliveti, ricchi latifondisti, gli avessero donato proprio il fondo di Pietralata, di cui sarebbero stati proprietari. Alcuni biografi ricordano che Gioacchino da Fiore, di cui più tardi parlerà Dante nella “Divina Commedia” come uomo “di di spirito profetico dotato”, mise, per la prima volta, piede a Pietralata, dopo aver reso la visita a papa Urbano III a Verona e, una seconda volta, dopo l’udienza che papa Clemente III gli concesse a Roma. Con lui sarebbero stati nell’eremo marzese il monaco cistercense di Fossanova Raniero  da Ponza e il cardinale Ugolino da Ostia, che diventerà papa con il nome di Gregorio IX.   Qui i tre avrebbero trascorso un intero periodo quaresimale. In seguito, Gioacchino tornerà sul posto una terza volta, abbandonandolo perché infastidito dalle continue visite dell’autorità locali, visite che ne disturbavano la meditazione e la preghiera.I PareriA segnalare come attendibile l’ipotesi della corrispondenza tra la località di Pietralata di Marzi e “Petra olei”, pur con molta prudenza, è stato lo storiografo roglianese Leonardo Falbo, docente di storia. L’ipotesi è stata, poi, ripresa da altri studiosi. Un altro profondo conoscitore della materia gioachimita, il professore Vincenzo Napolillo, dichiara che “Pietralata di Marzi come luogo caro a Gioacchino da Fiore è più che una semplice supposizione”. Napolillo ricorda che il giovane Ratzinger, oggi papa Benedetto XVI, ha scritto su Gioacchino da Fiore e alla sua figura si è molto interessato. Il giornalista Perri rileva: “certo non abbiamo bisogno di misurare la caratura di una grande personalità della Chiesa, consacrata come tale. Gioacchino potrebbe essere proclamato Santo, da qui a poco.Durante la campagna elettorale per la presidenza degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, in due diversi discorsi, si è soffermato sulla figura dell’abate calabrese, che egli ha detto di considerare come uno dei punti di riferimento della sua cultura e della sua sensibilità”.La determinazione del sindaco di Marzi“Se l’ipotesi prendesse corpo, come appare più che probabile - sostiene il sindaco Aiello – e venisse recepita dalla storia come acquisizione scientifica, ci troveremmo dinanzi ad una scoperta sensazionale. Certo, dobbiamo andarci cauti, molto cauti, prima di dare notizie avventate. La prudenza è d’obbligo. E, non a caso- prosegue il primo cittadino di Marzi- ho invitato esperti fra i più accreditati, proprio per favorire un severo, rigoroso esame della supposizione. Altrettanto sicuramente, non possiamo affrontare l’ipotesi con scetticismo, anzi. A questo punto, credo che siano del tutto irrinunciabili gli approfondimenti del caso. Ogni verifica deve essere fatta con incroci documentati certi. Siamo noi i primi a pretenderlo. Dovesse corrispondere il tutto, la mia amministrazione non risparmierà sforzi, energie e risorse per un’adeguata valorizzazione del luogo. Sarebbe davvero un miracolo postumo di Gioacchino da Fiore”. Gli studioso ed esperti si sono dati convegno a settembre per le ulteriori, ricerche, che hanno auspicato come decisive. Tratto Da Calabria Ora di Mario Massimo Perri  

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